sabato 13 aprile 2019

Stranded in Oklahoma City

Un piccolo fuori programma mi regala un po' di tempo da passare con voi.

Oggi sarei dovuta partire per Phoenix, in Arizona, per una formazione di una settimana con uno dei miei maestri preferiti in comunicazione nonviolenta, Robert Gonzales. 


Gia' il viaggio non era iniziato benissimo. Il mio volo era overbooked, oversold, over-everything, e io non avevo un posto assegnato. Al gate molti di noi erano in preda allo stress nell'attesa che qualche volontario in piu' lasciasse il posto libero, e fino all'ultimo secondo non eravamo sicuri di partire. Io sono stata forse l'ultima persona ad essere imbarcata. 


E quindi, alla fine, sono partita. Sollievo durato poco pero', perche' poi il meteo ha deciso di non cooperare, e cosi' tra cancellazioni e deviazioni di rotta, al momento mi trovo in Oklahoma, in attesa del volo che domattina - si spera - mi portera' alla destinazione finale. Vi risparmio tutti i dettagli intermedi (per non menzionare che non sono riuscita a vedere la fine di "Mary, Queen of Scots" - damn! - va beh, tanto si sa che non finisce benissimo 😅)


Anyway, here I am, in albergo, fuori c'e' un tempo da lupi e a breve crollero'. Mi soffermo a pensare, per un momento, alle persone la cui gentilezza e sorriso hanno cmq illuminato e facilitato attimi di questa giornata, in cui in piu' frangenti avrei davvero potuto mordere. 


Al primo posto, l'omino della security, che doveva controllare il mio bagaglio a mano contenente minacciosa borraccia e verificare che fosse vuota. Generalmente ho sempre trovato persone un po scontrose e brusche in quel ruolo, invece questo omino era proprio gentile e pacato. Bravo. 


Al secondo posto, la signora di Torino che era con me al gate a NY: almeno abbiamo potuto sfogarci a vicenda (e in italiano!) sui disagi delle compagnie aeree americane e loro policy insensate. Alla fine, quando mi hanno imbarcato a pelo, non sono neanche riuscita a salutarla... Spero che sia riuscita ad arrivare a Cancun. 


Terzo posto: la signorina del tourist information a Oklahoma City, che mi ha aiutato a trovare un albergo, mi ha offerto un po' di empatia (dovevo avere proprio una brutta cera!!), e mi ha messo in guardia rispetto gli alberghi da evitare as a "young single woman traveling alone" 😮- il che ovviamente mi ha lanciato in svariate speculazioni sul perche'. Ma va bene. Grazie signorina premurosa. 


Un grandissimo premio al guidatore del pulmino che si e' fermato a raccogliermi mentre cercavo di andare a piedi all'albergo sotto una pioggia torrenziale, e che e' riuscito a farmi sorridere mentre ero zuppa ed esasperata. 


E infine, il ragazzo che mi ha portato la pizza in camera (perche' si', l'unica opzione per servizio in camera era Domino's pizza - e ho detto tutto) e che mi ha detto "What a wonderful accent you have! I could listen to you talk for hours!" Glielo risparmiero' (di parlargli per delle ore, perche' se ne pentirebbe), pero' cmq dai, grazie Domino's boy. Anche tu hai preso i tuoi punti ;)


In realta' ho iniziato questa classifica un po' scherzosamente, ma anche solo soffermarmi per qualche momento nell'apprezzare queste persone di cui non so neanche il nome mi ha scaldato un pochino il cuore. E' una pratica da provare, soprattutto in giornate cosi'. E allora un abbraccio virtuale alla mia top five di cui sopra, e anche tutte le presenze amiche che hanno fatto capolino a farmi compagnia. 


Ora, incrociamo le dita e speriamo spunti il sole domattina. 
A presto con nuovi aggiornamenti! 

domenica 7 aprile 2019

"Avviciniamoci al bar" (...fammi pure tu)

Lo so, il titolo e' criptico, ma ci arriveremo, non preoccupatevi.

Questo weekend e' stato semplice e ricco allo stesso tempo. Di connessioni, di sole, di risate... insomma, in questa domenica sera, camomilla al mio fianco, mi viene voglia di raccontarvelo. 

Io e Michael - il mio mitico
istruttore di Zumba


Sabato e' una splendida giornata di sole. Cammino verso la collina di Park Slope dove c'e' la mia palestra. Ora, questa palestra e' davvero unica nel suo genere. Fa parte del circuito YMCA qui a NY, e' palestra si' ma e' anche comunita' e centro ricreativo per le famiglie del quartiere. La sede che frequento io e' ancora piu' particolare perche' e' costruita dentro un palazzo grandissimo, tanto da avere all'interno una mezza pista da atletica. Insomma, quasi un palazzetto dello sport. Amo ancora di piu' questa palestra perche' ci sono dei mitici istruttori di Zumba, una delle ragioni principali del mio abbonamento. Amo Zumba :) Mi diverte da morire. Passo quell'ora a saltellare con quelle musiche super cheesy con con un sorriso ebete stampato sulla faccia (e comunque di quelle musiche ho una playlist su Spotify, lo confesso - accanto alle playlist che uso durante le lezioni di Yoga. Potete immaginare la confusione di Spotify quando cerca di capire i miei gusti musicali. Potrei sfidare i migliori algoritmi). Il mio maestro preferito e' Michael (vedi foto!). E' folle e pieno di energia e io lo adoro. La sua lezione e' sempre strapiena di gente, siamo stretti tipo sardine, ma ne vale la pena. Un aspetto che mi piace moltissimo di questa lezione e di questa palestra e' che c'e' un'immensa varieta' di colori, eta', forme, dimensioni, espressivita' che per qualche ragione mi commuove. Sabato mattina ho notato in particolare una signora sulla settantina che e' diventata subito il mio idolo tra una piroetta ancheggiante e l'altra. 

All'uscita ho camminato attraverso Prospect Park e mi sono fermata per un'oretta a chiacchierare con una cara amica su Facetime, assorbendo nel mentre il sole tiepido di mezzogiorno (dai che il mio pallore cadaverico da inverno newyorkese forse comincia a ricolorirsi!)... probabilmente rendendo partecipi tutti i miei vicini di panchina delle nostre riflessioni, vite sentimentali e via dicendo. Ne saranno stati felicissimi, di sicuro ;)

Tornata a casa, ho lavorato un pochino sulla mia nuova pagina facebook dove sto cercando di convogliare il mio lavoro di 'body positive wellness'. Guardatela se vi va! Si chiama Move, Nourish, Connect. Vi racconto di quello piu' in profondita' un'altra volta altrimenti questo post diventa un romanzo infinito. Ho tentennato a lungo nel far partire questa parte del mio business. Pur essendo forse la parte che mi sta piu' a cuore, e' anche quella che tocca e rivela una sfera molto personale di me, e quindi anche vulnerabile. Finalmente mi sto pian piano sbloccando, e spero di continuare. Sabato ho raccontato un parte della mia 'origin story' - la motivazione che mi ha spinto verso questo lavoro. Ogni volta che sto per premere il pulsante 'publish' mi si chiude un po' lo stomaco, ma ce l'ho fatta :) Per il momento questi post sono in inglese, ma se vi va di leggerli ne sono felice!

Cosi' arriviamo a sabato sera. Ho appuntamento per cena con alcuni amici italiani. Sono ovviamente in ritardo, a causa del tempo passato a finire l'articolo e a vincere lo stomaco chiuso di cui sopra. Devo anche andare dalla parte opposta della citta', perche' tra i miei piu' cari amici italiani, sono a quanto pare l'unica brookliner. Libro alla mano, mi preparo all'ascesa verso l'Upper West Side. Ci troviamo - perche' siamo originali e nostalgici - in un ristorante italiano. E passiamo una serata bellissima, tra chiacchiere, cibo ottimo e abbondante, una frittura di pesce che compare a sorpresa, tre dessert, addirittura il caffe' dopo cena, che solo se preso in un ristorante italiano riesce a non tenermi sveglia la notte, e pure la grappa finale. Io e Cecilia tessiamo per l'ennesima volta le lodi di Free Solo (l'avete visto?), pur non avendo la minima esperienza di climbing ci siamo rimaste pesantemente sotto. Anche in questo non mi addentro perche' qui si fa notte fonda ;)

Noi e i residui della cena.
Notare i tre dessert, il caffe' e la grappa :)
Siamo cosi' presi nelle chiacchiere, che a malapena ci accorgiamo che il ristorante e' ormai quasi vuoto. E allora continuiamo le chiacchiere fuori, in piedi sul marciapiede, parlando di relazioni, di tradizioni e cosi' via. Il proprietario del ristorante ci trova ancora li', quando finalmente esce e chiude la saracinesca. Ed e' li' che Marcello ci spiega che a Palermo c'e' questo modo di dire, quando ci si incontra tra amici: "Avviciniamoci al bar". Nota bene, non "Andiamo al bar". "Avviciniamoci". Perche' non si sa mica se ci si arriva. Ci si potrebbe perdere in chiacchiere, incontri, discussioni, risate. 

A quel punto, dico io, avviciniamoci alla metro, va', ma per davvero ;) Che la discesa verso Brooklyn dopo la mezzanotte del sabato e' tutta una successione di imprevedibili deviazioni e indecifrabili lavori in corso. E infatti arrivero' a casa poco prima delle due. Pero' arrivo sorridente. Una giornata di amicizia, allegria, connessione, sole e tanto nutrimento in forme diverse. 

E pensare che volevo raccontarvi anche di domenica! Sara' per un'altra volta. Altrimenti chi si alza domani. Vi auguro una buona notte e una buona settimana!


PS - il 'fammi pure tu' lo lascio alle vostre interpretazioni fantasiose :)

domenica 24 marzo 2019

Un pomeriggio "Bhakti"

E' arrivata la primavera, anche se a New York fa ancora freddino.

Oggi pero' era una giornata cristallina e ventosa, con un cielo azzurro e brillante.

Ieri ho passato il pomeriggio a Jaya, lo yoga studio dove insegno, che ormai e' famiglia per me qui a Brooklyn. Uno dei miei insegnanti preferiti, Raghunath, ha tenuto un seminario intitolato "Living Your Bhakti". Raghunath mi piace moltissimo, soprattutto per la sua capacita' di parlare di argomenti complessi e profondi e renderli accessibili e divertenti. Adoro chi e' capace di farmi ridere e allo stesso riflettere e commuovere. E per di piu' e' anche di origine italiana, quindi mi sta ancora piu' simpatico :) Aspettavo questo pomeriggio con gioia.

Raghu ha iniziato parlando di come questo corpo, questa identità, questo ego che abitiamo in questa vita sia "in affitto". E' temporaneo, impermanente. E come Yoga sia un percorso di "remembrance" - un modo per ricordarci che c'è di più. Che c'e' un seme di divino, di perfezione dentro ognuno di noi che si estende al di la' di questo corpo, questa identità, questo ego, questa vita. Una dimensione "spirituale" che ha qualità oltre il tempo, di infinita saggezza, di gioia e di desiderio di vivere nell'amore. Una dimensione da cui veniamo ma di cui ci dimentichiamo. Yoga, diceva Raghunath, ci aiuta a guarire questa "amnesia spirituale". Sul suo sito c'e' una bella descrizione di Bhakti Yoga che vi invito a leggere se vi incuriosisce.



E cosi' abbiamo cantato, riso e praticato insieme. Avevo proprio bisogno di un momento di 'remembrance', di prospettiva. In questo continuo cammino di scoperta, mi capita spesso di sentirmi piena di dubbio, incertezza. Avro' fatto la scelta giusta, dove sto andando... Mi ha fatto bene al cuore questo reminder di tornare per un momento al centro, lasciare andare, surrendering to something that is beyond my grasp and understanding. Abbracciare una prospettiva di 'servizio'. Alla fine, it's really not about me. Posso 'solo' essere un canale, so that this infinite love and wisdom can flow through me. Rimanere aperta, ricettiva. In ascolto.

Buona domenica di sole :)

martedì 12 febbraio 2019

Ricominciamo da qui


Questo weekend sono tornata a Kripalu, in Massachusetts. 


Panorama da Kripalu
E' un posto che ha un grande significato per me, perche' gran parte del mio viaggio di trasformazione e' iniziato da li', ben nove anni fa. Mi ricordavo di avere scritto in questo blog proprio di questo viaggio (puoi leggere la storia qui). Erano anni che non lo aprivo, e non pensavo neanche che fosse ancora funzionante, e invece eccolo! Non scrivevo qui dal 2011. Che effetto rileggere tutte le storie di allora! Ritrovarle mi ha ispirato a riprendere questa 'conversazione'. Mi ha anche consentito di dare uno sguardo a questi anni, e quanti cambiamenti sono avvenuti, quanta crescita e quante scoperte. 

Sono piu' di tre anni ormai che ho lasciato il laboratorio e il mio lavoro di ricercatrice. Da allora, e' stato come iniziare una nuova vita. Ricostruire e ridisegnare tutto. Ritrovarsi. E' un processo continuo, un totale 'work-in-progress', a volte sfidante, a volte elettrizzante, ma in generale ricco, pieno, vivo. Non mi pento di nulla. 
Antonio e Thom - i miei colleghi di NYCNVC 

Oggi opero fondamentalmente come freelance, e il mio senso di 'casa' si e' gradualmente esteso a includere Brooklyn e Genova, che amo con tutto il cuore. E chissa', magari si espandera' ancora in futuro :) La maggior parte del mio lavoro orbita intorno a NYCNVC (the New York Center for Nonviolent Communication). Siamo una piccola squadra in questa organizzazione, dedicata alla condivisione della Comunicazione Nonviolenta. Incontrai questa pratica diversi anni fa, e ne fui attratta perche' sentivo bisogno di strumenti di comunicazione piu' efficaci, per esprimere la mia voce e la mia individualita' mantenendo al contempo una qualita' di connessione, empatia e rispetto con le persone intorno a me. In laboratorio era stato molto difficile riuscirci. Mi sentivo molto frammentata e disconnessa. La CNV e' stata fondamentale nella svolta della mia vita personale e professionale e si e' rivelata ben piu' che un modello di 'comunicazione' ma una vera e propria mappa di navigazione del mio mondo interiore e delle mie relazioni. Mi da' grande gioia condividere questa pratica, e vedere i semi di trasformazione che pianta nei cuori delle persone. 

Oltre a questo, insegno Yoga nel centro che mi ha accolto e coccolato da quando mi sono trasferita a Brooklyn nel 2012. Si chiama Jaya Yoga. Inizialmente, dopo aver lasciato il lavoro, e con l'ansia di mantenermi e rimanere a galla, ho insegnato molto e in tanti studi diversi. Presto mi sono accorta che quel ritmo non faceva per me, e ho concentrato le mie energie principalmente sulla CNV, mantenendo solo le mie lezioni a Jaya, che per me e' come una famiglia. Ci sono anche altri aspetti del mio lavoro, che ho raccolto nel mio sito in inglese, che potete trovare a questo link

Sono contenta di avere riaperto questo canale di comunicazione. Sorrido, notando che molta della mia motivazione e' simile al mio primo post di nove anni fa. Il desiderio di condividere, di dare spazio ai colori di queste esperienze, di catturarli in parole nella speranza che risuonino a qualche livello del cuore di chi leggera'. Ispirarci a vicenda, tenerci virtualmente la mano. Se vi va. Sono curiosa del movimento di energia che questa comunicazione potra' creare. 

Oggi a Brooklyn nevica. 

Vi abbraccio forte :)

giovedì 3 marzo 2011

a bit scary but exciting at the same time

Il titolo di questo poster e' ispirato da una mail che ho ricevuto ieri da una ragazza che dovrebbe partecipare ad uno dei miei esperimenti domattina.. Mi ha fatto sorridere. Chissa' cosa si immagina!! :)
Qui di scary non c'e' proprio nulla... Caso mai di boring!
Questa settimana non ho molta fortuna con gli esperimenti.. Due persone mi hanno brutalmente dato buca.. Una ragazza si presenta oggi con treccine africane.. il che rende abbastanza difficile posizionare la mia cuffietta con 256 canali.. Pazienza, mi godo queste mattinate inaspettatamente libere (si fa per dire).. Speriamo di riuscire a registrare almeno questa fanciulla intimorita (but excited) che dovrebbe venire domani.
Sono proiettata emotivamente al viaggio a Genova, non vedo l'ora di abbracciare la famiglia e gli amici, passeggiare per i vicoli, in spianata, in piazza Manin, Boccadasse... i miei occhi sono gia pieni di queste immagini e profumi e sensazioni.
Qui fa ancora un freddo tagliente.. Stamane pero' la luce e' meravigliosa, i dettagli sono limpidi e nitidi.. Gli alberi ancora spogli del campus filtrano la luce del sole attraverso i rami, si crea un meraviglioso effetto frastagliato.

Ora di mettersi al lavoro :)