domenica 7 aprile 2019

"Avviciniamoci al bar" (...fammi pure tu)

Lo so, il titolo e' criptico, ma ci arriveremo, non preoccupatevi.

Questo weekend e' stato semplice e ricco allo stesso tempo. Di connessioni, di sole, di risate... insomma, in questa domenica sera, camomilla al mio fianco, mi viene voglia di raccontarvelo. 

Io e Michael - il mio mitico
istruttore di Zumba


Sabato e' una splendida giornata di sole. Cammino verso la collina di Park Slope dove c'e' la mia palestra. Ora, questa palestra e' davvero unica nel suo genere. Fa parte del circuito YMCA qui a NY, e' palestra si' ma e' anche comunita' e centro ricreativo per le famiglie del quartiere. La sede che frequento io e' ancora piu' particolare perche' e' costruita dentro un palazzo grandissimo, tanto da avere all'interno una mezza pista da atletica. Insomma, quasi un palazzetto dello sport. Amo ancora di piu' questa palestra perche' ci sono dei mitici istruttori di Zumba, una delle ragioni principali del mio abbonamento. Amo Zumba :) Mi diverte da morire. Passo quell'ora a saltellare con quelle musiche super cheesy con con un sorriso ebete stampato sulla faccia (e comunque di quelle musiche ho una playlist su Spotify, lo confesso - accanto alle playlist che uso durante le lezioni di Yoga. Potete immaginare la confusione di Spotify quando cerca di capire i miei gusti musicali. Potrei sfidare i migliori algoritmi). Il mio maestro preferito e' Michael (vedi foto!). E' folle e pieno di energia e io lo adoro. La sua lezione e' sempre strapiena di gente, siamo stretti tipo sardine, ma ne vale la pena. Un aspetto che mi piace moltissimo di questa lezione e di questa palestra e' che c'e' un'immensa varieta' di colori, eta', forme, dimensioni, espressivita' che per qualche ragione mi commuove. Sabato mattina ho notato in particolare una signora sulla settantina che e' diventata subito il mio idolo tra una piroetta ancheggiante e l'altra. 

All'uscita ho camminato attraverso Prospect Park e mi sono fermata per un'oretta a chiacchierare con una cara amica su Facetime, assorbendo nel mentre il sole tiepido di mezzogiorno (dai che il mio pallore cadaverico da inverno newyorkese forse comincia a ricolorirsi!)... probabilmente rendendo partecipi tutti i miei vicini di panchina delle nostre riflessioni, vite sentimentali e via dicendo. Ne saranno stati felicissimi, di sicuro ;)

Tornata a casa, ho lavorato un pochino sulla mia nuova pagina facebook dove sto cercando di convogliare il mio lavoro di 'body positive wellness'. Guardatela se vi va! Si chiama Move, Nourish, Connect. Vi racconto di quello piu' in profondita' un'altra volta altrimenti questo post diventa un romanzo infinito. Ho tentennato a lungo nel far partire questa parte del mio business. Pur essendo forse la parte che mi sta piu' a cuore, e' anche quella che tocca e rivela una sfera molto personale di me, e quindi anche vulnerabile. Finalmente mi sto pian piano sbloccando, e spero di continuare. Sabato ho raccontato un parte della mia 'origin story' - la motivazione che mi ha spinto verso questo lavoro. Ogni volta che sto per premere il pulsante 'publish' mi si chiude un po' lo stomaco, ma ce l'ho fatta :) Per il momento questi post sono in inglese, ma se vi va di leggerli ne sono felice!

Cosi' arriviamo a sabato sera. Ho appuntamento per cena con alcuni amici italiani. Sono ovviamente in ritardo, a causa del tempo passato a finire l'articolo e a vincere lo stomaco chiuso di cui sopra. Devo anche andare dalla parte opposta della citta', perche' tra i miei piu' cari amici italiani, sono a quanto pare l'unica brookliner. Libro alla mano, mi preparo all'ascesa verso l'Upper West Side. Ci troviamo - perche' siamo originali e nostalgici - in un ristorante italiano. E passiamo una serata bellissima, tra chiacchiere, cibo ottimo e abbondante, una frittura di pesce che compare a sorpresa, tre dessert, addirittura il caffe' dopo cena, che solo se preso in un ristorante italiano riesce a non tenermi sveglia la notte, e pure la grappa finale. Io e Cecilia tessiamo per l'ennesima volta le lodi di Free Solo (l'avete visto?), pur non avendo la minima esperienza di climbing ci siamo rimaste pesantemente sotto. Anche in questo non mi addentro perche' qui si fa notte fonda ;)

Noi e i residui della cena.
Notare i tre dessert, il caffe' e la grappa :)
Siamo cosi' presi nelle chiacchiere, che a malapena ci accorgiamo che il ristorante e' ormai quasi vuoto. E allora continuiamo le chiacchiere fuori, in piedi sul marciapiede, parlando di relazioni, di tradizioni e cosi' via. Il proprietario del ristorante ci trova ancora li', quando finalmente esce e chiude la saracinesca. Ed e' li' che Marcello ci spiega che a Palermo c'e' questo modo di dire, quando ci si incontra tra amici: "Avviciniamoci al bar". Nota bene, non "Andiamo al bar". "Avviciniamoci". Perche' non si sa mica se ci si arriva. Ci si potrebbe perdere in chiacchiere, incontri, discussioni, risate. 

A quel punto, dico io, avviciniamoci alla metro, va', ma per davvero ;) Che la discesa verso Brooklyn dopo la mezzanotte del sabato e' tutta una successione di imprevedibili deviazioni e indecifrabili lavori in corso. E infatti arrivero' a casa poco prima delle due. Pero' arrivo sorridente. Una giornata di amicizia, allegria, connessione, sole e tanto nutrimento in forme diverse. 

E pensare che volevo raccontarvi anche di domenica! Sara' per un'altra volta. Altrimenti chi si alza domani. Vi auguro una buona notte e una buona settimana!


PS - il 'fammi pure tu' lo lascio alle vostre interpretazioni fantasiose :)

1 commento:

  1. il 'fammi pure tu' e' indimenticabile...all'interno di un immaginifico panorama animale in cui le femmine in calore ormai pensano solo alla 'conservazione della specie'....su quella io stavo morendo...

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